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      06 agosto 2012 www.ciroridolfini.it

 

MARIA JOSE' DI CIRO RIDOLFINI

 

Artista poliedrico e dalle mille facce, Ridolfini

 

Ha calcato innumerevoli volte il palcoscenico cimentandosi nel teatro e nella poesia, nel canto e nella recitazione e vincendo alcuni premi prestigiosi.

 

L’ultima sua raccolta di poesie, edita da Libroitaliano, è intitolata alla regina Maria Josè ed a tutto ciò che il suo carisma inglobava: la dedizione mostrata per il suo popolo, l’autentica semplicità che la rese così amata e ben voluta dai sudditi.

 

Maria Josè è figura chiara in un contesto contraddittorio e controverso fin nel profondo. Resta il simbolo dell’ultima Italia monarchica, ma è anche emblema dell’assistenzialismo nei riguardi degli oppressi e degli emarginati. Dopo la Colonia Maria Pia per i bambini di donne lavoratrici, si cimentò alla realizzazione della mensa Maria Gabriella per i poveri, fino alla casa Maria Beatrice per i mutilati.

 

A soli 24 anni la giovane regina suscitava timori e gravi contrasti a corte per il suo atteggiamento troppo benevolo nei confronti del popolo, per le sue simpatizzazioni politiche, per lo schierarsi con la Resistenza ma, è questo è il punto ancora più forte, per il fatto stesso di essere una donna intelligente, vivace, dagli innumerevoli interessi culturali.

 

L’autore ripropone la figura della regina, prima dell’uscita dell’ottimo sceneggiato realizzato da Raicinema per la televisione, prevedendo quasi l’esigenza di dare voce al ruolo che la sua immagine ebbe nella storia, per ricordarla ancora una volta nel modo migliore, come ella stessa merita. L’introduzione critica al testo, ad opera di Ruggero De Ruggiero, sottolinea l’originalità del lavoro di Ridolfini nel ripercorrere in carrellata tutti gli anni che caratterizzarono quel periodo storico così burrascoso, dai padri della Repubblica fino agli ultimi affossatori della prima Repubblica.

 

Il suo canto si fa lirico nel trattare gli sforzi che furono fatti, con impegno e lungimiranza politica, per il nostro Stato moderno, libero e democratico, nonostante le lacerazioni profonde, le umiliazioni del congresso dei 21 a Parigi. In quegli anni, innegabilmente, furono fatte scelte determinanti per il corso successivo della nostra storia e che condizionarono fortemente molti altri eventi successivi, iniziando il percorso verso l’evoluzione economica. Con profonda consapevolezza ed amarezza Ridolfini sottolinea il seguito negativo della storia italica, la drammaticità della fine del sogno umanitario che negli anni ’80 e ’90 perse definitivamente di mordente necessario: tanti  progressi ci furono, ma a danno di chi?

 

Tra una poesia ed un’altra, passando da un verso all’altro si assapora la pienezza dei significanti e dei significati che l’autore vuole lasciare intendere o sottolineare in un percorso temporale e a-temporale allo stesso tempo, fotografando fatti concreti per poi astrarli dal contesto proprio e farli vivere e rivivere innumerevoli volte nel corso della Storia umana.

 

Ciro Ridolfini annovera annotazioni critiche di spessore ad opera di Mario Persico, Pier Paolo Pasolini, Aldo Masullo, Silvio Mastrocola, Gerardo Marotta.

 

Il suo ultimo lavoro resta una testimonianza critica e problematica della realtà attuale, che altri contribuirono a renderci, ma nella quale tutt’ora partecipiamo da attori principali per i suoi sviluppi futuri. Il messaggio dell’autore è al fine positivo: le cose possono cambiare, gli interpreti di oggi hanno tra le mani le fila di un percorso in atto, è necessario solo rendersene conto.

 

 

Di Annarita Cardaropoli