ROMA

     17 maggio 2003 www.ciroridolfini.it

 

"Maria José", la vera Napoli

 

La raccolta di poesie di Ridolfini ispirata dalla "regina mancata"

 

"...E penso a te, impotente, progressista,stupendamente donna liberale. Quegli occhi belli, sgombri di malizia, violetti e trasparenti come l'ametista..."; "... E fu ancora Italia, ma non degna, non degna di te Maria Josè". Così alcuni dei versi tratti dalla raccolta di poesie intitolata "Maria Josè" dello scrittore Ciro Ridolfini, edito da Libroitaliano.
     Una poesia contro corrente, non lirica o descrittiva ma reale, capace di comunicare con gli altri, di parlare alla gente e di uscire dalle accademie, dalle scuole ed insinuarsi tra il popolo e le strade: "Parlare dei propri simili, del proprio tempo, della realtà - ha detto Silvio Mastrocola critico letterario, alla presentazione del libro al Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli - diventa un compito arduo e coraggioso; essere poeta civile non è facile, così come non lo è recuperare l'identità smarrita di un artista in un periodo dove fare arte è complesso. "Maria José" di Ridolfini rappresenta una poesia pura e appassionata, nata dalle viscere di un uomo di teatro che vive di sensazioni regalate dalla gente".
     Una raccolta che rappresenta l'anima della vera Napoli, eterna, triste, allegra, dolorosa e felice, la Napoli della maschera di Raffaele Viviani più volte rappresentata a teatro da Ridolfini. Una città e una nazione descritta, vissuta, tratteggiata accanto alla figura nobile di Maria José. Regina per un mese, mai osannata, mai esaltata, spesso ricordata per la sua assistenza da crocerossina durante la guerra, così come rilevato dallo scrittore Ruggero De Ruggiero nella prefazione della raccolta.

   

"Una regina mancata — ha detto Gaetano Damiano, direttore dell'archivio storico di Stato — Un'Italia diversa dal passato, un paese ricostruito con suggestioni, emozioni, immagini e versi; un tentativo di umanizzare le sofferenze d'ogni uomo.". "... Questa la tua Italia, spaccata in due da una condizione, il sud sempre orfana Nazione, il nord predatore...".
     "Poesie capaci di muovere l'animo di chi legge con l'animo di chi ha scritto, in grado di commuovere - ha detto Ezio Ghidini Citro, presidente del Centro studi d'Arte e Cultura di Napoli "Sebetia Ter". Un componimento che accompagna quasi per mano la storia dei nostri ultimi cinquant'anni, dai padri della Repubblica fino alla fine di essa, (prima Repubblica). L'Italia raccontata con gli occhi di un poeta, con attenzione, approfondimento, attraverso le sensazioni della gente comune che lo stesso poeta definisce "poveri cristi" con pregi e difetti, accanto a loro la figura commovente di Maria Josè in una sorta di omaggio, di ringraziamento dovuto ad icona di un paese che non è stato e che poteva essere rappresentato dalle virtù di quella Regina: "... in un carme che egli sente di offrire, ad una semplice donna e maestà ...".

 

FABIO POSTIGLIONE