ROMA

     13 giugno 2004 www.ciroridolfini.it

 

IL LIBRO | Rappresenta la lirica italiana in un'antologia sulla "Nuova schiavitù" voluta dall'Onu

Ridolfini, un poeta per Maria José e il Papa

 

FRANCESCA GERLA

 

Ciro Ridolfini, attore-poeta napoletano, è stato di recente chiamato a rappresentare l'Italia, e in particolar modo la sua Napoli, con una poesia inserita in un'antologia che nasce per volontà dell'Onu e dell'Unesco sull'argomento "La nuova schiavitù".

Il volume, impreziosito da incisioni in oro e realizzato in stesura pergamenata, è stato presentato nel corso dell'ultima Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore, un evento che ha avuto luogo nel Museo Canonica nel cuore di Villa Borghese, un raro esempio di casa-museo che fu dimora dello scultore Pietro Canonica. Il libro, che è stato offerto in dono al Sommo Pontefice e al Senato della Repubblica, consta di 73 composizioni in versi e in prosa. Tra quelle in versi, "Monito" interpreta con sensibilità e senso di partecipazione il tema della nuova schiavitù, con tutte le sue complesse implicazioni, offrendo al lettore un vero e proprio inno alla pace, rivolto all' "uomo ragionevole" perché promuova "i valori umani/reali" liberandosi dai "miti falsi/apparenti". È un' invocazione a gran voce dell'uomo cosciente, civile, progredito, con forza chiamato a fare uso delle proprie armi - la razionalità, la coscienza civile e l'amore fraterno - per contrastare l'avanzata del "tiranno", dei falsi ideali, futili e vacui, del mondo che ci circonda, in un "amplesso fraterno/che edifichi un mondo migliore".

Nel 2003 Ciro Ridolfini aveva già ricevuto per il suo carme "Maria Josè" il Premio della Cultura conferito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'opera era stata ispirata dalla notizia della morte di Maria Josè, la "regina mancata" che, sposa di Umberto di Savoia, era rimasta sul trono d'Italia per un solo mese.


 

 

È proprio a questa "impotente/progressista/stupendamente donna liberale" che sono dedicati i trentuno componimenti poetici che tratteggiano, con precisione e attenzione ai particolari, gli ultimi cinquant'anni di storia italiana in versi di facile lettura e forte impegno civile. Pochi versi bastano a descrivere situazioni complesse: ed è Ruggero De Ruggiero, autore della prefazione, a farci notare come l'originalità di quest'opera stia nella capacità di ripercorrere "a vol d'uccello" una buona parte della storia d'Italia. Una poesia che nasce anche sull'onda di un dolce amore per la parola proprio del Ridolfini-attore: basti pensare alle sue interpretazioni delle opere di Viviani, di Di Giacomo e di Eduardo, ma anche ai suoi attenti studi su Molière e Brecht e agli spettacoli sorti sulla base di tali riflessioni. All'amore per la parola declamata, recitata, magistralmente interpretata, Ridolfini-poeta unisce quello non solo per la parola scritta, meditata, pensata e riletta, ma anche per l'impegno civile e per la Storia nel suo significativo percorso evolutivo, a partire dai padri della Repubblica fino alla fine della Prima Repubblica. Una capacità poetica e narrativa che ci ripresenta in veste nuova un passato non tanto lontano, al quale siamo spinti ad affacciarci con rinnovato interesse e curiosità, ma anche con particolare e attento desiderio di approfondimento.